Testimonianza su Sr. Magdalena, martire dei giovani
L’AMORE E LA GRAZIA DELLO SPIRITO SANTO REGNINO SEMPRE NELLE NOSTRE ANIME:
“Attraverso la bontà misericordiosa del nostro Dio ci ha visitato un sole che nasce dall’alto “.
Così si sente questa piccola comunità, dopo l’andata alla casa del Padre della nostra cara
sorella Sr. Magdalena dell’Eucaristia: ci ha visitato il Signore e ci ha rubato ciò che è suo, ciò che da tutta l’eternità è sempre stato suo … E come ogni visita del Signore, ci ha lasciate piene di pace e di speranza che la nostra sorella ha già vinto la morte e sta già godendo senza fine dell’amore dell’Amato.
Non è facile riferire qualcosa della sua vita, perché il suo passaggio al Carmelo è stato breve, molto breve ma intenso: in diciotto mesi di vita religiosa è stata consumata nell’amore, immolata per la gloria del Cuore di Gesù e la salvezza di tutte le anime.
La nostra sorella Sr. Magdalena è nata a Città del Messico, e a 26 anni ci ha contattato dicendo che il Signore la chiamava ad essere un carmelitana scalza. Dopo alcuni mesi di contatti a distanza con la Comunità, ha attraversato l’Atlantico ed è entrata nel Carmelo il 30 marzo 2005, con tantissima gioia ed entusiasmo.
I primi mesi sono stati belli e lei sembrava raggiante, felice, emozionata … Ripeteva molte volte il suo dispiacere di non essere venuta prima al Carmelo. Era molto allegra e continuamente esteriorizzava questa gioia durante la ricreazione e ogni volta che ne ha avuto l’occasione. Allo stesso tempo aveva una grande dolcezza nel tratto: era angelica, soave, semplice, sincera, umile, docile, silenziosa … una postulante modello.
Il suo zelo per le anime, specialmente le anime dei giovani, è stato molto intenso e desiderava dare la vita per loro, perché conoscano Gesù Cristo e il suo Vangelo. Continuamente ci ripeteva che voleva essere una martire, offrirsi per loro… Aveva sete di immolazione, di riparare e consolare il Cuore di Cristo. Un’altra caratteristica importante della sua vita spirituale era il suo amore per i sacerdoti e le Missioni. Diceva che voleva essere – come S. Teresina – missionaria dal Carmelo. Nei suoi ultimi giorni, quando la sua inappetenza era totale e vedeva che eravamo preoccupate perché non mangiava nulla, sorrise e disse: “Nostra Madre mangio ora stesso per un missionario ”
Alla fine di aprile 2005 tutta la Comunità ha preso un brutto raffreddore che ci ha colpito tutte con molta febbre e con tosse molto intensa e fu necessario molto tempo per guarire. Ad alcune delle sorelle, tra cui Sr. Magdalena- la tosse durò a lungo, quasi fino a giugno, per questo non ci allarmammo al sentirla tossire. Durante questo tempo, nel quale lavorammo moltissimo per preparare il passaggio da Rioseco, lei non si lamentò mai di nulla, né mai manifestò stanchezza o malessere, ma servì e lavorò essendo sempre la prima, ed essendo sempre sorridente e felice.
Abbiamo iniziato a preoccuparci solo al vedere che tutte noi guarivamo e lei tossiva ancora. Una mattina ci disse che aveva espettorato sangue e quindi noi ci siamo molto allarmate.
Dopo varie visite mediche, analisi e test, la diagnosi fu terribile: un tumore al polmone che richiedeva un intervento chirurgico urgente e molto rischioso. E ‘stato un duro colpo da incassare per tutte, ma, con la grazia di Dio, la volontà del Signore e i suoi misteriosi disegni continuarono ed essere “la gioia e la letizia del nostro cuore.”
La nostra sorella Sr. Magdalena, che era un angelo, accettò con totale tranquillità e dolcezza la sua malattia, abbandonata e fiduciosa nel suo Dio e Signore, ed è stata un esempio e un incoraggiamento per tutte noi. L’intervento chirurgico si è tenne il 12 settembre 2005, e riuscì bene. Le asportarono per intero il polmone sinistro. Il periodo post-operatorio, nonostante l’elevata percentuale di possibili complicanze, procedette del tutto normalmente, ma i risultati della biopsia non sarebbero potuti essere più disastrosi: si trattava di un tumore molto aggressivo e molto avanzato e con poche possibilità di cura … Ci dissero che non sarebbe arrivata al Natale per cui era conveniente che prendesse l’abito quanto prima, per poter morire Carmelitana Scalza e poterle farle fare la professione solenne “in articulo mortis”, quando fosse arrivato il momento.
Con grande pena per la Comunità e chiedendo a Dio un miracolo, prese l’abito il 1 ° ottobre dello scorso anno (2005), il giorno della festa di Santa Teresina, che ella tanto amava. Era raggiante, molto felice: davvero era la sposa del Agnello immolato … Da quel periodo cominciò il trattamento oncologico che fu lungo e doloroso. Lei lo affrontò con pace, forza d’animo e coraggio, rafforzando la nostra speranza, in quanto all’inizio la reazione fu positiva e sembrava migliorasse.
Esteriormente ha continuato la sua vita il più normale possibile, nonostante le cure richieste dalla sua malattia. In tutti questi mesi è rimasta silenziosa e nascosta. Ha lavorato e servito la comunità, sempre in tutto quello che poteva, soprattutto nel lavoro delle ostie e nella lavanderia. Se qualcosa la mortificava e addolorava era non poter essere come tutte in alcune cose, non poter fare lavori più pesanti, ma a poco a poco ha anche accettato queste limitazioni, e ripeteva a bassa voce: “Io faccio quello che posso …”
Alla fine dell’estate abbiamo iniziato a vederla peggiorare, era più stanca, più pallida e più affaticata. Andammo dal medico, che ha chiesto una serie di analisi, ma non ha avuto il tempo di poterle fare.
Al mattino di sabato 23 di settembre, si alzò con molta fatica e con il braccio sinistro gonfio, di colore violaceo e molto freddo. Siamo andate al pronto soccorso e dopo tutto il giorno di analisi e visite, la ricoverarono.
Ci dissero che aveva avuto una trombosi di origine tumorale al braccio e un versamento pleurico e intrapericardico; che ormai era grave, che non c’era niente da fare, se non alleviarla dove possibile.
In considerazione della gravità del caso, la Madre Superiora, che è anche Madre Maestra, e io, che eravamo con lei in ospedale, le proponemmo di fare la professione solenne “in articulo mortis”, cosa che lei ha accettato felice e molto commossa. Verso le 8 di sera, in mezzo a tutto il movimento dell’ ospedale, in un angolino della sala delle emergenze, pronunciò la nostra formula di Professione aiutata da noi, nonostante che l’emozione ci impedisse di parlare.
Sono stati momenti di Paradiso, in particolare quando pronunciò le parole “fino alla morte”, sentivamo che l’emozione ci superava e traboccava in lacrime, al contemplare la oblazione totale di quella figlia così tanto amata. Alla fine le ho detto: “Sr. Magdalena, ora ormai sei sposa di Gesù Cristo”. Ella non disse nulla, si limitò a sorridere mentre grosse lacrime le rigavano le guance.
Da quel momento in poi si abbandonò ancor più, se possibile, e il suo silenzio e la sua unione con Dio si percepivano anche all’esterno. Non chiedeva nulla, non si lamentava, solo sorrideva e aspettava.
Alle persone che si interessavano per lei in questi giorni, lei diceva: “non chiedano che io guarisca, ma preghino che io possa andare via presto” e parlava con tutta naturalezza del fatto che stava per andarsene. Ella era pienamente consapevole che la sua vita temporale stava finendo, e aspettava serena l’arrivo dello Sposo. Passò così tutta la settimana, mentre i medici valutavano che cosa fare per alleviarle la sofferenza, e noi contemplavamo impotenti come andava peggiorando gradualmente. Il Mercoledì 27 il nostro amato parroco, Padre Luis Casado, le somministrò l’Unzione degli Infermi e ascoltò la sua ultima confessione. Restò molto edificato e molto commosso.
Venerdì 29 al mattino peggiorò e la M. Superiora mi chiamò affinché andassi al più presto possibile in ospedale perché era notevolmente peggiorata. All’arrivo la trovai molto male, stava entrando in agonia, ma mi accolse ancora lucida e ancora parlava, e scherzò anche con la Suora che mi aveva accompagnato, e che non aveva mai visto da quando era entrata in ospedale. Abbiamo parlato con i medici e cominciammo a fare i passi necessari per portarla di nuovo al Carmelo, avere l’ossigeno in casa, ecc…
Abbiamo pregato con lei il Credo e la Salve, e le invocazioni ai Cuori di Gesù e di Maria, alle quali rispose con voce chiara e forte. Rimase lucida fino all’ultimo momento.
Siamo arrivate al Convento per le due meno un quarto del pomeriggio ed eravamo appena entrate in clausura; ci siamo fermate per un momento ai piedi della scala –vicino a un quadro della Vergine di Guadalupe che una delle novizie si era portata dal Messico- per vedere come sarebbe stato più opportuno portarla su con la barella, quando girò la testa verso la Vergine e morì.
Il suo ultimo sguardo fu per la sua Morenita del Tepeyac , della quale era tanto innamorata.
Dio mi ha concesso la grazia di essere vicino a lei in quel momento supremo, desiderio che aveva più volte espresso: “perché mi prenda e mi offra al Padre, come la Vergine offre Gesù”, mi diceva. Ho subito ricordato quello che mi disse alcuni giorni prima, mentre stava in ospedale: che era convinta che -quando sarebbe andata al Cielo- la Vergine sarebbe venuta a prenderla e la avrebbe portata in braccio allo stesso modo in cui porta il suo Bambino…
Era Venerdì ed era vicina l’ora Nona, contemplando quel cadavere ricordammo la passione, morte e risurrezione di Cristo, che ancora una volta rinnovava il mistero pasquale in una delle nostre sorelle. Aveva un’indefinibile espressione di pace e un sorriso misterioso ed enigmatico, che ci ha fatto pensare che la Vergine già la tenesse in braccio e fosse nella gioia dell’incontro con l’Amato. Aveva già raggiunto la meta: ai suoi 28 anni era stata consumata nell’AMORE.
Il Sabato celebrammo il suo funerale e dico “celebrammo” perché il nostro amato parroco, che lo ha presieduto, ha voluto dare l’aria di festa e di speranza; fu la S. Messa della sua professione solenne e ha voluto celebrare con paramenti bianchi e cantando la Messa de Angelis, incluso il Gloria.
Ha voluto che cantassimo anche “O Gloriosa Virginum” che è quell’inno che il nostro Rituale indica per l’Introito della Messa della professione religiosa. Tutto era molto emozionante e ha riempito i nostri cuori di speranza.
Noi non nutriamo alcun dubbio che la nostra sorella Sr. Magdalena stia già godendo senza limiti dell’amore dell’Amato, ma comunque vi chiediamo che la raccomandiate nelle vostre preghiere, così come questa povera comunità, e in particolare la più piccola e più povera di tutti
Olga María del Redentor
Priora
Valladolid, 3 Ottobre 2006