27.9.2017 LE CORREZIONI DI DIO- S. CURATO D’ARS
È NECESSARIO CHE IL BUON DIO CI CASTIGHI
Chi, fratelli miei, avrebbe potuto sentire il nostro Salvatore dire ai suoi discepoli prima di salire al Cielo, che la loro vita sarebbe stata una successione di lacrime, croci e sofferenze, mentre la gente in tutto il mondo si sarebbe abbandonata a una gioia insensata e a risate frenetiche, senza provare sorpresa? Questo non significa, ci dice Sant’Agostino, che gli uomini del mondo, vale a dire, i cattivi, non abbiano anch’essi le loro sofferenze, perché i turbamenti e i dolori sono il risultato di una coscienza criminale, e un cuore sregolato trova il suo supplizio nella propria dissolutezza. […] Forse, però, pensate: “Non riesco a comprendere che Dio ci affligga, Lui che è la bontà in persona e ci ama infinitamente”. Chiedetevi anche, allora, se è possibile che un buon padre castighi suo figlio, o un medico prescriva una medicina amara ai suoi pazienti. Giudicate che sarebbe più giusto che il padre lasciasse vivere il figlio nella dissolutezza, piuttosto che punirlo per mantenerlo sulla via della salvezza e condurlo in Cielo? Credete che agirebbe meglio il medico che lasciasse morire il paziente, per paura di dargli medicine amare? Oh! Com’è cieco chi fa un ragionamento così sbagliato! È necessario che il buon Dio ci castighi, perché altrimenti, non saremmo nel numero dei suoi figli, giacché Nostro Signore Gesù Cristo stesso ci dice che il Cielo sarà dato solo a coloro che soffrono e combattono fino all’ora della morte. Giudicate forse, fratelli miei, che Egli non dica la verità? Bene, osservate la vita dei Santi e il percorso che essi hanno seguito: quando smettono di soffrire, si credono perduti e abbandonati da Dio.
(San Giovanni Battista Vianney, Tratto dal Sermone sulle afflizioni)